Come sappiamo, il nostro è un popolo che da secoli fa di necessità virtù. In un periodo dove la crescita si ferma, la produzione rallenta e la vita sociale perde i baci e gli abbracci che ci hanno da sempre sostenuto, c’è un dato positivo che nemmeno la pandemia riesce a scalfire. L’Italia è prima in classifica rispetto ai concorrenti europei sul riciclo dei rifiuti. A dirlo è l’Eurostat e a confermarlo è l’ultimo rapporto GreenItaly.
Dalla ricerca promossa annualmente dalla Fondazione Symbola, infatti, l’Italia e gli Italiani, ancora una volta, si scoprono un popolo capace di affrontare le grandi sfide con ottimi risultati. I numeri ci dicono che siamo il Paese in Europa che ricicla di più, circa il 79% degli scarti industriali ed urbani, con conseguenze positive in termini di risparmio energetico e riduzione delle emissioni nocive. I dati sulla raccolta differenziata risultano molto positivi al nord, dove Milano è ai vertici delle città europee. Purtroppo, al sud la situazione è diversa. Qui la differenziata è meno diffusa a livello urbano, anche se a livello industriale si riscontrano dati molto incoraggianti. I dati sulla nostra produzione manifatturiera confermano che l’industria del legno è quella più virtuosa nel riciclo dei materiali. Anche la produzione agroalimentare raggiunge ottimi risultati grazie alla riduzione nell’utilizzo di pesticidi ed alla valorizzazione degli scarti organici che vanno a trasformarsi in terriccio, concime, biocarburanti e biomasse.
È ovvio che la pandemia è andata ad incidere fortemente anche sulla green economy. Recuperare risorse da destinare al “verde” è indispensabile. Il dato positivo, però, è che le aziende che hanno investito ed investiranno nella produzione sostenibile sono e saranno più forti. E che il sostegno alle politiche green di informazione veicolato ai consumatori, può fare la differenza in termini di maggiore consapevolezza e sensibilizzazione. Investire verde, dunque, significa dare più intensità al colore della speranza che tutto andrà bene.