In un mondo così frenetico dove basta un click per acquistare prodotti e servizi è importante porre l’attenzione sul consumatore che è smart nel comprare, ma non lo è altrettanto quando si tratta di difendere i propri diritti. Quante volte abbiamo sentito parlare del diritto di ripensamento e, probabilmente, lo abbiamo esercitato senza neppure rendercene conto. Avrete certamente già acquistato un prodotto online. Lo avete messo nel carrello, ordinato e pagato con carta prepagata o alla consegna. Ebbene, appena ricevuto il pacco, vi sarà capitato di valutare con la giusta attenzione il vostro nuovo acquisto, di averlo trovato insoddisfacente, differente rispetto a quanto pubblicizzato dal venditore, di scarsa qualità o molto semplicemente non vi è piaciuto. Quindi, lo avete restituito avviando una procedura di reso al venditore. Questo è il diritto di ripensamento: il recesso unilaterale senza subire penalità e senza dare motivazioni. Sappiate però che ci sono modalità e tempi da rispettare. Infatti, il diritto di recesso è regolato dal Codice del Consumo, all’articolo 52 e segg. del D. Lsg. 206 del 2005, ed è rivolto esclusivamente al consumatore in quanto parte debole del contratto. Debole perché al momento dell’acquisto si fida ciecamente del venditore, ma solo quando è in possesso del prodotto può rendersi conto se la propria fiducia è stata bene o mal ripagata. Tale diritto può essere esercitato entro 14 giorni che decorrono per i servizi dalla data di conclusione del contratto, per i beni dalla data di consegna della merce. Per esercitare il recesso il consumatore dovrà comunicare tale intenzione, presso i canali messi a disposizione dal venditore (moduli online o sezioni dedicate) oppure a mezzo pec e/o raccomandata. Il venditore a distanza ha l’obbligo di informare il consumatore circa l’esistenza del diritto di recesso, consentendogli di esercitare tale facoltà. In difetto, il termine per l’esercizio del diritto di recesso è, rispettivamente, di sessanta o di novanta giorni e decorre, per i beni, dal giorno del loro ricevimento da parte del consumatore, mentre per i servizi, dal giorno della conclusione del contratto. Il diritto di recesso è escluso nei casi elencati nell’art. 59 del D.lgs. 205/2006, ad esempio per servizi già eseguiti, fornitura di beni confezionati su misura o personalizzati; fornitura di beni che rischiano di deteriorarsi o scadere rapidamente. Diverso dal diritto di ripensamento è il diritto alla conformità del prodotto acquistato. L’Art. 130 del Codice del Consumo, infatti, prevede l’obbligo del venditore di garantire il consumatore dai difetti di conformità attraverso il diritto al ripristino, sostituzione o riduzione del prezzo di acquisto. La scelta spetta al consumatore sempre che il rimedio scelto non sia impossibile o troppo oneroso. La garanzia post-vendita non si applica in caso di bene danneggiato da parte del consumatore. Inoltre, se i difetti sono lievi, non danno diritto alla risoluzione del contratto. Si tratta di una garanzia legale, ciò significa che è sempre riconosciuta al consumatore e, pertanto, non può essere esclusa o limitata; ha durata di due anni dalla consegna del bene e l’azione diretta a farla valere si prescrive nel termine massimo di 26 mesi (24 mesi più 2 dalla scoperta) dalla consegna del bene.
Ultima parentesi. Il diritto di ripensamento di cui abbiamo parlato non può essere esercitato per gli acquisti in negozio. Invece la garanzia legale spetta per tutti i beni di consumo acquistati online e anche in negozio.